La Nasa conferma: il riscaldamento globale esiste, e ne siamo responsabili
Se possiamo affermare che il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici sono dovuti in buona parte all’attività umana, lo dobbiamo alla triangolazione di diversi risultati ottenuti in vari ambiti scientifici. Sono diverse le istituzioni che monitorano ad esempio l’aumento della temperatura media della Terra. Tra queste si è aggiunta negli ultimi decenni la Nasa. L’Agenzia spaziale americana può aggiungere alle ricerche in merito una vera e propria visione dall’esterno.
L’importanza di confrontare punti di vista diversi
Uno dei problemi della ricerca scientifica, oltre quello di garantire un sistema efficace di verifica degli studi scientifici, è quello della ripetibilità degli esperimenti. Quando viene pubblicato in una rivista scientifica uno studio, non ci si ferma al fatto che questo è stato sottoposto a peer review, altri esperti potranno infatti replicare l’esperimento svolto; questo però non è sempre possibile. Non abbiamo una seconda Terra a portata di mano da usare come pianeta di controllo, ma esiste la possibilità di triangolare gli esiti di studi avvenuti in diversi settori e da diversi istituti. Qualcosa di simile accade anche con la Teoria dell’evoluzione.
Quanto sono affidabili le proiezioni fatte fino a oggi?
Il Goddard institute for space science studies (Giss) della Nasa è andato a ritroso rileggendo i dati sulla temperatura del pianeta fino al 1880. Questi studi nel loro insieme sono definiti Gistemp, ovvero GISS Surface temperature analysis. Oggi è possibile monitorare la temperatura del Pianeta anche grazie al lavoro del Noaa (National oceanic and atmospheric administration), di cui la Nasa ha saputo fare tesoro. Tutto questo si traduce in una rete di strumenti, come le 6300 stazioni meteorologiche, le navi e le boe sparse in tutto il Mondo, in grado di fornirci dati relativi alla superficie terrestre e agli oceani, di cui abbiamo già raccolto informazioni poco incoraggianti.
Ogni anno questo genere di conoscenze sulla temperatura ci permette di fare delle proiezioni, stabilendo come andranno le cose negli anni successivi, se non cambieranno i fattori determinanti, come per esempio le nostre emissioni di gas serra. A questo punto la Nasa è andata oltre analizzando il successo o l’insuccesso delle previsioni fatte anno dopo anno. Questo è importante perché è come se verificassimo l’efficacia del mirino di un’arma esaminando quante volte ci ha permesso di fare centro, un colpo dopo l’altro. Se partiamo dalla premessa che il riscaldamento globale è reso tale dall’attività umana e con queste interpretazioni effettuiamo le nostre proiezioni, capire quanto queste si sono dimostrate affidabili è una cifra importante di quanto sia reale il fenomeno.
La verifica della Nasa conferma che siamo nei guai
Purtroppo per noi le previsioni fin’ora fatte, sulla base dei modelli criticati da chi nega un’origine umana del riscaldamento globale, sono risultate piuttosto calzanti coi risultati successivi. La Nasa ha anche individuato quattro fattori di incertezza nella raccolta dei dati la cui conoscenza ci aiutera a rendere questo genere di ricerche e proiezioni sempre più affidabili, al netto dei pregiudizi di chi esegue le misurazioni:
- Il modo in cui cambia nel tempo il metodo di misurazione;
- Copertura delle single stazioni meteorologiche;
- Saper incrociare i dati delle stazioni che non possono coprire ogni regione del Mondo;
- I diversi standard di musura nei vari periodi storici.
Cosa ci dicono i risultati dello studio
Tutti questi dati raccolti dal 1880 a oggi, nei loro diversi standard e metodi triangolati tra loro, hanno confermato la tendenza all’aumento delle temperature. Da tempo non registriamo più casi di «freddo record», mentre ogni anno leggiamo nei media che è stato registrato l’ennesimo «caldo record». Le calotte glaciali sono certamente i luoghi dove è possibile mettere maggiormente in evidenza il fenomeno, anche in questo caso possono sorgere dei problemi che danno un certo grado di incertezza nelle misurazioni, come avevamo già trattato recentemente. Nel loro insieme i dati hanno un alto livello di accuratezza, ed è sempre più difficile poter sostenere una posizione negazionista del riscaldamento globale o delle nostre responsabilità riguardo al fenomeno.
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